Pd-watch, l’orologio per monitorare il Parkinson
Quando sai di dover parlare con un ingegnere, magari biomedico, immagini che avrai di fronte qualcuno che ragiona in modo schematico e razionale ma con Luigi Battista c’è da ricredersi, subito: 29 anni, potentino, sempre sorridente, con una laurea in Ingegneria biomedica conseguita nel 2009 presso l’Università Campus Bio-Medico di Roma. C’è una sua caratteristica che salta subito all’occhio: la voglia di mettere a frutto, con la massima umiltà, le sue competenze e una grande passione per la ricerca, intesa come strumento per realizzare “qualcosa” in grado di aiutare la gente. Prova ne è un suo progetto molto ambizioso: Pd-watch, un orologio da polso per diagnosticare il morbo di Parkinson (Parkinson’s desease da cui “Pd”).
Sei un ingegnere biomedico per titolo di studio, un amante della ricerca scientifica per passione e un ingegnere clinico per professione. Come si concilia tutto questo in una sola persona? «Ho solo seguito la propensione verso il settore biomedico – risponde Luigi. Dopo la laurea ho fatto un dottorato di ricerca a Roma e poi ho iniziato a lavorare come ingegnere clinico in alcune strutture ospedaliere, tra Potenza e Acquaviva delle Fonti, e da gennaio 2015 alle Asl di Matera. Ma, al di là del dove ho lavorato e lavoro, non ho mai smesso di coltivare la mia passione per la ricerca, che mi porta a cercare soluzioni innovative per migliorare la vita della gente».
Da quella stessa passione è nato quindi Pd-watch. Come è fatto questo dispositivo? «Mi sono ritrovato ad approfondire le modalità con cui si diagnostica il Parkinson, chiedendomi se era possibile monitorare la malattia, non limitandosi al solo momento dell’esame neurologico, visto che la gravità del tremore può variare nel corso dell’intera giornata, e in modo da trovare […]